In seguito alla conferma da parte del Comitato dei rappresentanti permanenti, mancano gli ultimi passaggi formali per permettere all’Italia di continuare ad adottare la fattura elettronica nelle operazioni B2B e B2C fino al 2024 ed estendere l’obbligo anche ai contribuenti nel regime di flat tax, momentaneamente esclusi. Una volta pubblicata la decisione sulla “Gazzetta Ufficiale”, l’estensione ai forfettari dovrà essere tradotto con un norma su misura, che attualmente appare la delega fiscale.
L’ampliamento della fattura elettronica alle partite Iva in flat tax però, non sarebbe una mossa isolata: va infatti letta in un contesto di ulteriore stretta sull’evasione Iva. Infatti, in linea con quanto promesso a Bruxelles con in Pnrr, l’Italia è pronta a chiudere un report specifico sull’omessa fatturazione e sulle relative misure da introdurre per combattere il fenomeno di chi non fattura le cessioni di beni o servizi. Lo scopo è quello di definire anche eventuali incentivi mirati per i consumatori finali, per potenziare gli strumenti di contrasto di interessi che rendono conveniente chiedere la fattura, la ricevuta o lo scontrino.
L’importanza della fatturazione in chiave antievasione era già stata evidenziata dall’Italia nella richiesta di proroga a Bruxelles: notevole era stato infatti il miglioramenti degli obblighi Iva (circa 2 miliardi) così come i risultati garantiti in termini di chiave di controlli (identificazione, recupero di falsi crediti e individuazione dei soggetti coinvolti in meccanismi di frode comunitaria). Inoltre, con l’allargamento a tutti i contribuenti in flat tax, l’Agenzia delle Entrate disporrebbe di dati sempre più completi per predisporre registri, liquidazioni e dichiarazioni Iva senza dimenticare anche la messa a disposizione nei database di tutte le informazioni necessarie per controllare puntualmente il rispetto dei parametri previsti per la permanenza nel regime dei forfettari.
Emerge però un’obiezione, ovvero che l’estensione possa comportare l’aumento del costo degli adempimenti per le partite Iva più piccole: lo stesso Consigli sottolinea che «l’Italia ha messo gratuitamente a disposizione diverse soluzioni per la preparazione e il trasferimento delle fatture elettroniche, come un pacchetto di programmi destinati a essere installati su computer e un’applicazione per i dispositivi mobili».